Greg Szymanski
25 Settembre 2006
L'ex vescovo Gerard Bouffard del Guatemala ha affermato
che il Vaticano e' "il reale controllore spirituale" degli Illuminati
e del Nuovo Ordine Mondiale, mentre i Gesuiti, tramite il Papa
Nero, il generale padre Peter Hans Kolvenbach, controllano in
modo effettivo la gerarchia vaticana e la Chiesa Cattolica Romana.
Il vescovo Bouffard, che ha lasciato la Chiesa ed ora e' un
Cristiano Rinato che vive in Canada, ha fondato la sua
conclusione dopo aver lavorato sei anni come sacerdote in
Vaticano, incaricato del compito di trasmettere la
corrispondenza giornaliera e riservata tra il Papa ed i dirigenti
dell'Ordine dei Gesuiti, che risiede in Borgo Santo Spirito n° 5,
nei pressi della piazza di San Pietro.
"Si, l'uomo conosciuto come il Papa Nero controlla tutte le piu'
importanti decisioni prese dal Papa e questi a sua volta
controlla gli Illuminati," ha dichiarato il vescovo Bouffard la
settimana scorsa nel corso dello spettacolo svolto alla radio di
Greg Szymanski, denominato "Il giornale investigativo", presso
www.gcnlive.com, ove gli archivi delle sorprendenti
dichiarazioni possono essere ascoltati nella loro interezza.
"So che questo e' vero, dal momento che ho lavorato per anni in
Vaticano ed ho viaggiato con Papa Giovanni Paolo II. Il Papa
prende i suoi ordini di marcia dal Papa Nero, mentre i Gesuiti
sono anche i leader del Nuovo Ordine Mondiale, con il compito
di infiltrare le altre religioni ed i governi del mondo, allo scopo
di realizzare un governo mondiale unico fascista ed una
religione mondiale unica, basata su Satanismo e Lucifero."
"Le persone non possono immaginare quanto male e quanta
distruzione i Gesuiti hanno causato e causeranno, mentre
contemporaneamente usano la perfetta copertura di
nascondersi dietro tuniche nere e di professare di essere
uomini di Dio."
La conoscenza di prima mano da parte del vescovo Bouffard
del male che aleggia all'interno della gerarchia del Vaticano e
particolarmente entro l'Ordine dei Gesuiti conferma la
testimonianza di altri ricercatori, compreso Bill Hughes, autore
degli sconvolgenti libri "Il nemico non mascherato" ed
"I terroristi segreti", come pure il preminente ricercatore
sull' Ordine dei Gesuiti Eric Jon Phelps, autore di
"Assassini vaticani".
Oltre a dipingere un cupo ritratto del Papa Nero in Roma, il
vescovo Bouffard rivela che il potere malefico dei Gesuiti si
estende da un capo all'altro del mondo, inclusa una solida
infiltrazione del governo Usa, del Consiglio delle Relazioni
Estere (CFR) e delle maggiori organizzazioni religiose.
Il vescovo Buffard proclama che i Gesuiti agiscono come perfetti
camaleonti, assumendo l' identita' di Protestanti, Mormoni,
Battisti e Giudei, con l' intenzione di causare il tracollo degli Usa
cosi' come di portare la nazione sotto una religione mondiale
unica, fondata in Gerusalemme e sotto il controllo del loro
leader, Lucifero.
"Io so di prima mano che il Vaticano controlla e monìtora ogni
cosa in Israele, con l'intenzione di distruggere i Giudei," ha
affermato il vescovo Bouffard, aggiungendo che l'autentico
proposito dell'Ordine dei Gesuiti e' quello di orchestrare e
controllare tutti i leader del mondo, allo scopo di provocare un
piu'importante conflitto esteso al mondo intero, che alla fine
distruggera' gli Usa, il Medio Oriente ed Israele. "Essi
distruggono ogni cosa dall'interno e vogliono provocare la
distruzione pure della stessa Chiesa Cattolica, allo scopo di
inaugurare una religione mondiale unica basata sul Satanismo.
Cio' si vede anche nel modo in cui i sacerdoti svolgono i servizi
religiosi nella Messa, in effetti venerando i morti (1). Inoltre
segni di Satanismo si riscontrano in molti simboli esteriori,
consuetudini e paramenti esibiti dalla Chiesa."
Dopo aver prestato servizio in Roma, il vescovo Bouffard fu
impiegato in Africa ed in Guatemala, salendo ad una posizione
di potere all'interno della Chiesa. Comunque, insieme a questo
potere religioso, sopravvenne l' affiliazione e la registrazione
come Frammassone, e divenne membro massonico del 37.mo
grado, un qualcosa che si suppone disapprovato nella Chiesa
Cattolica Romana, dal momento che, secondo il Diritto canonico,
l'appartenenza ad una Loggia massonica comporta l' immediata
scomunica.
Secondo il vescovo Bouffard la Frammassoneria viene usata
dalla Chiesa per realizzare i suoi piani segreti, perche' molti altri
sacerdoti di alto livello, ossia vescovi, cardinali e persino papi, si
sono iscritti a societa' segrete insieme ad altri in posizioni di
potere in altre religioni e governi, la maggioranza di loro
lavorando insieme per favorire la malefica agenda degli Illuminati.
E le sue dichiarazioni sostengono i rapporti che affiorarono sui
giornali italiani e francesi nei primi anni '80, che recavano
notizia di piu' di 150 sacerdoti di alto rango iscritti alla
Frammassoneria, compresa la Loggia massonica P2, e ad
altre societa' segrete.
"Alla fine rinacqui come cristiano e denunciai la Chiesa Cattolica,"
ha affermato il vescovo Bouffard, che ora e' un Cristiano
praticante e segue la parola di Dio tramite la Bibbia. "Dobbiamo
sempre pregare per i nostri dirigenti, denunciando apertamente
il male e smascherando i Gesuiti per quello che realmente sono."
Dopo aver lasciato la Chiesa, il vescovo Bouffard fece anche
ammenda e chiese perdono all' ex sacerdote gesuita, padre
Alberto Rivera. Padre Rivera fu uno dei pochi sacerdoti gesuiti
con il coraggio di smascherare i malefici scopi della Societa' di
Gesu', facendo un passo avanti per proclamare in che modo
lavorasse, essendo uno degli infiltrati dell' Ordine dei Gesuiti in
Usa, con il compito di penetrare nelle chiese Protestanti e
Battiste, con l'intento di distruggerle dall'interno.
"Quando ero vescovo ed ancora fedele alla Chiesa, una volta
scrissi una lettera, denunciando padre Rivera e proponendo la
sua morte," ha dichiarato il vescovo Bouffard. "Quando compresi
la verita', cercai padre Rivera e chiesi il suo perdono. Diventammo
buoni amici ed io so che diceva la verita'. Era un uomo onesto,
che, per giunta, trovo' Dio."
"Io so che i Gesuiti hanno cercato di alterare la verita',
affermando che egli non era mai stato sacerdote e distruggendo
ogni documentazione che lo attestasse. Hanno cercato di fare lo
stesso a me, ma padre Rivera proclamava la verita' senza dubbi.
Conosco queste vicende come testimone e sono anche stato con
lui molte settimane prima della sua morte. Soffriva terribilmente
dopo essere stato avvelenato con acido. Come ho gia' detto, non
potete immaginare la sofferenza e la distruzione che sono state
causate e saranno causate dai Gesuiti."
In un articolo intitolato "Alberto: il grande trambusto", uno
scrittore sconosciuto, che seguiva la carriera del vescovo
Bouffard e la sua connessione con padre Rivera, scrisse quanto
segue, compresa la difficolta' da parte del Vaticano nel cercare
di censurare le accuse sia di Rivera che di Bouffard:
"A quel punto subentra la avvalorante testimonianza fornita
da padre Gerard Bouffard. Egli era un vescovo di alto rango
nato nel Quebec, Canada. Sali' dai piu' bassi livelli del suo ordine
sino a diventare assistente per molti anni di Papi quali Paolo VI
e Giovanni Paolo II. Si converti' al protestantesimo e proclama
di essere stato l'uomo che ricevette l' ordine di eliminare Rivera.
In un documentario denominato "Svelare il mistero posto dietro
i simboli cattolici", Bouffard mostra una lussuosa penna
placcata in oro 18 carati, che contiene uno speciale inchiostro
che scompare, con cui le autorita' del Sacro Uffizio firmano i
documenti al massimo livello di segretezza. Bouffard proclama:
"Con questa penna che ho in mano ho firmato l'ordine di
uccidere il Dr. Rivera". Considerevole e drammatica storia di
cappa e spada ! La sua precedente posizione di alto profilo lo
renderebbe facile bersaglio di discredito...
Tuttavia il silenzio e' assordante."
"Il Vaticano ha anche i suoi propri problemi di credibilita' con
cui lottare. Da un contesto storico la proclamazione di Alberto
di essere stato un gesuita che lavorava in segreto per
distruggere le chiese protestanti non e' tanto inverosimile
quanto potrebbe sembrare. I Gesuiti furono creati nel 1541 da
Ignazio De Loyola per quel preciso proposito (sebbene,
naturalmente, alcuni Gesuiti neghino cio'). Essi si sono impegnati
in innumerevoli sporchi imbrogli, assassinii e congiure traditrici
durante il periodo del loro maggiore successo e potere."
L'Ufficio della Inquisizione fu un risultato della loro missione,
che porto' alla tortura e/o uccisione di milioni di persone
innocenti per "eresia".
Quel dipartimento da allora e' stato rinominato "Il Santo Uffizio",
ma i Gesuiti non si sono mai preoccupati per un cambio di nome.
Quanto i loro obiettivi siano cambiati con il passare del tempo e'
anche incerto. Ne' l'organizzazione e' molto trasparente e neanche
serve gli interessi del Papa. Le cattive reputazioni non vengono
facilmente dimenticate.
"Se la storia di Alberto fosse solo una montatura, sarebbe
tuttavia un brillante brano di narrativa, con sbalorditiva
coerenza. Esistono certamente altre cospirazioni che siano
state escogitate, che sono egualmente vivide ed intricate.
La congiura per l' assassinio di JFK e quella degli
UFO / Majestic 12 (2) vengono per prime alla mente.
Ma queste cospirazioni furono ideate e perfezionate da
centinaia di persone nell'arco di un lungo periodo di tempo,
quindi assemblate e rifinite, fino al punto in cui formassero
una narrazione plausibile. Dopo circa venti anni di
"apporti pubblici" e revisioni, viene adottata una versione
semi-"ufficiale". Se qualche specifica parte di essa viene
dimostrata falsa, la versione si modifica in una forma
leggermente differente, privata delle parti confutate."
Alberto non aveva nessuna di queste risorse. La sua storia
personale provenne da lui solamente. Essa non fu revisionata e
rifinita per decenni dalla commissione, prima che Chick la
pubblicasse. Al contrario essa fu pubblicata nella sua interezza
e solo allora arricchita con volumi addizionali (cinque piu' i
fumetti), aggiungendo nomi e date, ma senza ritrattazioni.
Se in effetti "avesse inventato tutto cio' ", allora egli certamente
meriterebbe un premio per genio letterario. Specialmente
quanto piu' i suoi personali intrecci biografici sono connessi
(sorvolare, Barone von Munchausen ?).
Dopo venti anni di indagini tutte le risorse del Papa non sono
riuscite a "provare" che la denuncia di Alberto fosse un falso.
Naturalmente neanche Alberto riusci' a "provare" le sue accuse
contro il Vaticano. Così, al meglio, la contesa e' ancora un
pareggio. Forse futuri sviluppi frutteranno qualche evento
drammatico. Ma non fateci affidamento. Probabilmente non
sapremo mai se Alberto fosse realmente quel personaggio che
proclamava di essere, a meno che il Papa faccia un passo chiaro
e netto, e lo confessi. (E cio' presenta circa le stesse probabilita'
di avvenire quanto quelle che un disco volante atterri sul prato
della Casa Bianca). Esso, comunque, e' precisamente delizioso
nutrimento per la meditazione, e molto piu' terrificante di ogni
trailer trasmesso riguardante X-files.
Per leggere una difesa di Alberto dal sito Chick, vai a:
http://www.chick.com/reading/books/199/0199cont.asp
Nel corso della storia l' Ordine dei Gesuiti e' stato collegato a
guerra e genocidio, venendo formalmente bandito da molte
nazioni, comprese Francia ed Inghilterra. Mentre i ricercatori
proclamano che i Gesuiti sono i concreti controllori spirituali del
Nuovo Ordine Mondiale, lo scrittore Phelps ha anche reclamato
il bando dell' Ordine da questa nazione.
Comunque, con piu' di 28 universita' maggiori da costa a costa,
l' Ordine ha costituito qui una forte base di appoggio politico e
finanziario, compreso il controllo segreto del CFR ed il controllo
di molte banche, come la "Bank of America" ed il "Federal
Reserve banking system", rendendo l'appello di Phelps per il
bando una impresa difficile, se non addirittura proibitiva.
Greg Szymanski
http://www.arcticbeacon.com/25-Sept-2006.html
Note del traduttore:
1) per i protestanti non sono giustificati il culto e le immagini
dei santi ("i morti")
2) nel 1987 si venne a sapere di un fantomatico e segreto
gruppo di 12 consiglieri, che riferivano direttamente al solo
presidente Usa su argomenti legati agli UFO
traduzione di Francesco Caselli
lunedì 29 settembre 2008
Vaso con il primo riferimento a cristo
Trovato un vaso con il primo riferimento scritto a Cristo
Il reperto, rinvenuto nelle acque del Mediteraneo, ha una scritta «Per Cristo il mago» e risalirebbe a prima del 50 d.C.
MADRID (SPAGNA) - Le acque del Mediterraneo hanno restituito un antico vaso proveniente dall’Asia Minore e datato I secolo a.C.. Il reperto reca un’iscrizione in greco: “Dia Christou o goistais”.
La scritta risalirebbe a prima del 50 d.C. e secondo gli studiosi potrebbe essere tradotta: “Per Cristo il mago”. L’affascinante ipotesi dell’archeologo francese Franck Goddio è che si tratti del più antico riferimento a Gesù mai ritrovato. «Cristo era considerato il più grande esponente della magia bianca» ha detto Goddio al quotidiano spagnolo «El Mundo».
DATAZIONE - E il quotidiano spagnolo ricorda come la prima lettera di San Paolo nella quale l’apostolo fa riferimento al suo maestro sia datata 51 d.C. Dunque, se i calcoli degli egittologi sono corretti, i riferimenti scritti a Cristo andrebbero spostati indietro di almeno un anno. Il vaso da mercoledì si trova nella Capitale spagnola, dove sarà esposto fino al 26 novembre nella mostra “Tesori sommersi d’Egitto” allestita al Matadero Legazpi. Per il trasporto del reperto, che ha viaggiato assieme a un team di egittologi e a membri del governo del Cairo, al quale il vaso appartiene, sono state allestite imponenti misure di sicurezza. Da molti anni Goddio, nato a Casablanca nel 1947 e presidente dell’Istituto europeo di archeologia sottomarina, scandaglia i fondali del tratto di costa davanti ad Alessandria d’Egitto e nella baia di Abukir, vicino al delta del Nilo.
La sua teoria è che le antiche città di questa regione dell’Egitto, su tutte Alessandria, fondata da Alessandro Magno tra il 332 e il 331 a.C., siano sprofondate in mare a causa del peso dei sontuosi templi e palazzi costruiti su un terreno fangoso. Un’altra teoria parla di un terremoto. Ma se l’incertezza sulle cause rimane, le esplorazioni sottomarine condotte da Goddio in quasi due decenni di lavoro hanno portato a scoperte straordinarie. I primi ritrovamenti risalgono al 1996, ma fu nel 2000 che l’archeologo annunciò al mondo che meno di 10 metri sotto la superficie del mare c’era una grande città, e che secondo lui i templi e i monumenti localizzati dai sensori elettronici erano appartenuti ad Alessandria.
RITROVAMENTI - Da allora i ritrovamenti di reperti non si sono mai interrotti: sono state riportate a terra statue di Iside e sfingi di granito, fino a questo vaso e a quelle parole su Cristo, definito il mago. Un’ipotesi è che il vaso fosse utilizzato in riti divinatori: ci si versava dell’olio, e le “curve” disegnate dal liquido venivano interpretate da un aruspice. Nell’iscrizione, Cristo potrebbe essere il nome del celebrante, oppure potrebbe indicare il Messia invocato dal mago per legittimare i suoi poteri soprannaturali. «Il porto di Alessandria era collegato alla Palestina – dice infatti Goddio - ed è molto probabile che in Egitto si sapesse dell’esistenza di Cristo e dei miracoli che gli erano attribuiti». L’altra ipotesi è che quel vaso fosse un dono destinato a un uomo di nome Christos, magari membro di un’associazione chiamata ogoistais, in riferimento a una divinità chiamata Ogo. Certo, è decisamente meno evocativa.
Fonte: Corriere.it
Il reperto, rinvenuto nelle acque del Mediteraneo, ha una scritta «Per Cristo il mago» e risalirebbe a prima del 50 d.C.
MADRID (SPAGNA) - Le acque del Mediterraneo hanno restituito un antico vaso proveniente dall’Asia Minore e datato I secolo a.C.. Il reperto reca un’iscrizione in greco: “Dia Christou o goistais”.
La scritta risalirebbe a prima del 50 d.C. e secondo gli studiosi potrebbe essere tradotta: “Per Cristo il mago”. L’affascinante ipotesi dell’archeologo francese Franck Goddio è che si tratti del più antico riferimento a Gesù mai ritrovato. «Cristo era considerato il più grande esponente della magia bianca» ha detto Goddio al quotidiano spagnolo «El Mundo».
DATAZIONE - E il quotidiano spagnolo ricorda come la prima lettera di San Paolo nella quale l’apostolo fa riferimento al suo maestro sia datata 51 d.C. Dunque, se i calcoli degli egittologi sono corretti, i riferimenti scritti a Cristo andrebbero spostati indietro di almeno un anno. Il vaso da mercoledì si trova nella Capitale spagnola, dove sarà esposto fino al 26 novembre nella mostra “Tesori sommersi d’Egitto” allestita al Matadero Legazpi. Per il trasporto del reperto, che ha viaggiato assieme a un team di egittologi e a membri del governo del Cairo, al quale il vaso appartiene, sono state allestite imponenti misure di sicurezza. Da molti anni Goddio, nato a Casablanca nel 1947 e presidente dell’Istituto europeo di archeologia sottomarina, scandaglia i fondali del tratto di costa davanti ad Alessandria d’Egitto e nella baia di Abukir, vicino al delta del Nilo.
La sua teoria è che le antiche città di questa regione dell’Egitto, su tutte Alessandria, fondata da Alessandro Magno tra il 332 e il 331 a.C., siano sprofondate in mare a causa del peso dei sontuosi templi e palazzi costruiti su un terreno fangoso. Un’altra teoria parla di un terremoto. Ma se l’incertezza sulle cause rimane, le esplorazioni sottomarine condotte da Goddio in quasi due decenni di lavoro hanno portato a scoperte straordinarie. I primi ritrovamenti risalgono al 1996, ma fu nel 2000 che l’archeologo annunciò al mondo che meno di 10 metri sotto la superficie del mare c’era una grande città, e che secondo lui i templi e i monumenti localizzati dai sensori elettronici erano appartenuti ad Alessandria.
RITROVAMENTI - Da allora i ritrovamenti di reperti non si sono mai interrotti: sono state riportate a terra statue di Iside e sfingi di granito, fino a questo vaso e a quelle parole su Cristo, definito il mago. Un’ipotesi è che il vaso fosse utilizzato in riti divinatori: ci si versava dell’olio, e le “curve” disegnate dal liquido venivano interpretate da un aruspice. Nell’iscrizione, Cristo potrebbe essere il nome del celebrante, oppure potrebbe indicare il Messia invocato dal mago per legittimare i suoi poteri soprannaturali. «Il porto di Alessandria era collegato alla Palestina – dice infatti Goddio - ed è molto probabile che in Egitto si sapesse dell’esistenza di Cristo e dei miracoli che gli erano attribuiti». L’altra ipotesi è che quel vaso fosse un dono destinato a un uomo di nome Christos, magari membro di un’associazione chiamata ogoistais, in riferimento a una divinità chiamata Ogo. Certo, è decisamente meno evocativa.
Fonte: Corriere.it
domenica 28 settembre 2008
nibiru
E' noto che la scoperta di Plutone (C.Tombaugh, 1930) non fu effettuata otticamente, in base all’osservazione della volta celeste, bensì matematicamente, derivandola dalle perturbazioni orbitali di Urano e Nettuno; solo in un secondo momento tale scoperta fu confermata mediante il telescopio.
Nel corso del 1972, esaminando la traiettoria della cometa di Halley, J.Brady (del Lawrence Livermore Laboratory - California) scoprì che anche l’orbita di questa cometa, come quelle di Urano e Nettuno, era "perturbata". I suoi calcoli lo condussero ad ipotizzare l’esistenza di un pianeta "X" alla distanza di 64 UA(· ) dal Sole (Plutone ne dista 39), con periodo orbitale di 1800 anni terrestri....
Brady, come tutti gli astronomi che si stavano occupando del pianeta "X", presumeva che tale corpo celeste orbitasse intorno al Sole nello stesso modo degli altri pianeti; ne quantificò pertanto la distanza dalla nostra stella in misura della metà del suo asse orbitale maggiore. Questo in accordo con la seconda legge di Keplero ("Le aree descritte dal raggio vettore sono proporzionali ai tempi impiegati a descriverle"); vale a dire che un pianeta si sposta tanto più lentamente quanto più è lontano dal proprio sole. Nel nostro sistema, ad es., si passa dal velocissimo Mercurio (che impiega poco meno di tre mesi a compiere la propria rivoluzione intorno al Sole) al lentissimo Plutone (oltre 247 anni).
Ma, secondo le testimonianze dei Sumeri, Nibiru orbita come una cometa attorno al Sole, essendo quest’ultimo uno dei fuochi della propria ellissi estremamente allungata, così che la distanza dal Sole corrisponde all’intero asse maggiore e non alla sua metà. E’ curioso il fatto che l’orbita del pianeta "X" calcolata da Brady (1800 a.) sia esattamente la metà dell’orbita di 3600 a. che i Sumeri attribuivano a Nibiru. Ricordiamo che (secondo le tesi di Z.Sitchin, esposte in "Genesis Rivisited", 1990) la traiettoria dell’orbita di Nibiru, in questo periodo, starebbe facendo ritorno verso il perigeo: questo potrebbe giustificare la strana coincidenza...?
Ma Brady giunse ad ulteriori conclusioni, in sintonia con le tradizioni sumeriche: il pianeta "X" sarebbe dotato, come Plutone, di un’orbita retrograda, con il piano fortemente inclinato rispetto all’eclittica.
All’inizio gli astronomi si interrogarono se il responsabile delle perturbazioni nell’orbita di Urano e Nettuno potesse essere Plutone, giacché la considerevole eccentricità della sua orbita gli consente di penetrare periodicamente all’interno dell’orbita di Nettuno (una situazione di questo tipo è iniziata nel ‘79 e si è conclusa nel ‘99). Questi dubbi svanirono nel giugno del 1978, allorché W.Christie (dell’Osservatorio Navale di Washington, un organismo della Marina Americana sotto il diretto controllo della NASA) scoprì che Plutone, oltre a possedere un satellite (Caronte), era molto più piccolo di quanto si pensasse (meno di 2/3 della Luna) e quindi dotato di una massa non in grado di esercitare rilevanti influenze gravitazionali.
L’elaborazione di tutti questi dati rafforzarono l’indicazione che un’unica " forza estranea " - il "pianeta dell’attraversamento" dei Sumeri - avesse inclinato Urano, spostato e inclinato Plutone ed impresso un’orbita retrograda anche a Tritone (un satellite di Nettuno).
Incuriositi da queste scoperte, due colleghi di W.Christie all’Osservatorio Navale (R.S.Harrington e T.C.Van Flaandern) condussero una lunga serie di simulazioni al computer, raggiungendo la conclusione che tutte quelle anomalie orbitali fossero state determinate da un "intruso", cioè da un pianeta (grande da due a cinque volte la Terra) con piano orbitale inclinato ed un semiasse di "meno di 100 UA".
Nel 1981 i dati raccolti durante le missioni del Pioneer 10, del Pioneer 11 e dei due Voyager dimostrarono l’esattezza di tali intuizioni: doveva esistere un corpo celeste, grande almeno il doppio della Terra, in orbita solare ad una distanza di almeno 2.4 miliardi di km oltre Plutone e con periodo orbitale di almeno 1000 anni. Il "Detroit News" del 16 gennaio 1981 pubblicò la notizia in prima pagina, insieme alla raffigurazione sumera del sistema solare, così come appare sul famoso sigillo cilindrico, conservato nel Museo di Berlino, col n.° VA/243.
A questo punto una svolta decisiva nelle ricerche fu impressa dal "Progetto IRAS" (Infrared Astronomical Satellite), vale a dire l’esplorazione agli infrarossi del sistema solare, mediante il lancio in orbita terrestre a 900 km di altezza di un telescopio (60 cm di apertura, 62 rivelatori infrarossi su quattro bande spettrali, fra 8,5 e 119 mm / l), sensibile al calore racchiuso nell’interno di corpi substellari.
Era il 25 gennaio 1983, quando dalla base di Vanderberg in California partì il vettore americano Delta 3910 con a bordo 500 kg di carico utile, frutto della cooperazione USA-Inghilterra-Olanda. Per ridurre al massimo l’emissione di irraggiamento parassita, proprio della strumentazione, tutto l’insieme venne posto in un criòstato contenente elio liquido superfluido a -271°C: era indispensabile, infatti, il raffreddamento del telescopio e dei rivelatori alla temperatura più bassa possibile.
Essendo l’He liquido molto volatile, è lentamente evaporato, determinando l’inattivazione dell’IRAS il 21 novembre 1983, protraendo la missione di oltre un mese e mezzo sulla data prevista. Nei circa dieci mesi di attività, il satellite eliosìncrono scattò ed inviò al centro di controllo 600.000 immagini, dalla cui elaborazione emerse l’individuazione di 250.000 sorgenti celesti di tipo infrarosso (il 99% delle quali in precedenza sconosciute), stelle e sistemi planetari in formazione (età < 1 milione di anni), cinque nuove comete, quattro nuovi asteroidi e un misterioso oggetto in movimento, simile ad una cometa.
Tutto questo, ora, rende giustizia a R.Reynolds (del Centro Ricerche Ames), che il 30 gennaio 1983 rilasciò una dichiarazione al "New York Times" del tipo: "Gli astronomi sono così sicuri del decimo pianeta che pensano rimanga soltanto da dargli un nome". Predizione, questa, fatta propria da Z.Sitchin nella lettera inviata il giorno appresso alla "Planetary Society", nella quale si suggeriva addirittura l’appellativo: lo stesso attribuito, a suo tempo, dai Sumeri (Nibiru) o dai Babilonesi (Marduk).
La qual cosa, ai giorni nostri, si è ripetuta da parte di J.Murray (della UK’s Open University), il quale, insieme con il collega J.Matese (University of Louisiana), ha dato l’annuncio nell’ottobre ’99 che "…una forza misteriosa, generata da un grande oggetto invisibile, rallenta il viaggio delle sonde terrestri in uscita dal sistema solare; la stessa che, probabilmente, è responsabile della deviazione delle orbite cometarie…".
Ma torniamo al 1983. Verso la fine di quell’anno, in assenza di comunicati ufficiali, un’indiscrezione riuscì a trapelare, nel corso di un’intervista concessa dai principali scienziati del progetto IRAS alla rubrica scientifica del "Washington Post". La notizia fu ripresa da diversi quotidiani statunitensi, che la titolarono: "Oggetto gigante confonde gli astronomi", "Corpo misterioso trovato nello spazio", "Ai limiti del sistema solare un misterioso oggetto gigante", "Un corpo celeste pone agli astronomi un enigma cosmico". Messo alle strette, G.Neugebauer, Direttore dell’IRAS, dichiarò: "Posso solo dire che non sappiamo di cosa si tratti". Successivamente anche la NASA uscì con un rapporto ufficiale: "Il corpo misterioso rilevato dall’IRAS disterebbe "solo" 80 miliardi di km dal Sole e potrebbe trovarsi in fase di avvicinamento alla Terra. E’ stato captato due volte dal telescopio ad infrarossi (a distanza di sei mesi) e i dati raccolti mostrano che in questo periodo, pur brevissimo per i tempi astronomici, si è spostato di poco nella sua traiettoria. Ciò evidenzia che non si tratta d’una cometa, poiché una cometa non può avere una dimensione di 5x la Terra ed, in ogni caso, si sarebbe spostata maggiormente. E’ possibile, quindi, che si tratti del decimo pianeta o pianeta "X", che gli astronomi hanno, finora, cercato invano"
tratto liberamente da www.nibiru2012.it
.
Nel corso del 1972, esaminando la traiettoria della cometa di Halley, J.Brady (del Lawrence Livermore Laboratory - California) scoprì che anche l’orbita di questa cometa, come quelle di Urano e Nettuno, era "perturbata". I suoi calcoli lo condussero ad ipotizzare l’esistenza di un pianeta "X" alla distanza di 64 UA(· ) dal Sole (Plutone ne dista 39), con periodo orbitale di 1800 anni terrestri....
Brady, come tutti gli astronomi che si stavano occupando del pianeta "X", presumeva che tale corpo celeste orbitasse intorno al Sole nello stesso modo degli altri pianeti; ne quantificò pertanto la distanza dalla nostra stella in misura della metà del suo asse orbitale maggiore. Questo in accordo con la seconda legge di Keplero ("Le aree descritte dal raggio vettore sono proporzionali ai tempi impiegati a descriverle"); vale a dire che un pianeta si sposta tanto più lentamente quanto più è lontano dal proprio sole. Nel nostro sistema, ad es., si passa dal velocissimo Mercurio (che impiega poco meno di tre mesi a compiere la propria rivoluzione intorno al Sole) al lentissimo Plutone (oltre 247 anni).
Ma, secondo le testimonianze dei Sumeri, Nibiru orbita come una cometa attorno al Sole, essendo quest’ultimo uno dei fuochi della propria ellissi estremamente allungata, così che la distanza dal Sole corrisponde all’intero asse maggiore e non alla sua metà. E’ curioso il fatto che l’orbita del pianeta "X" calcolata da Brady (1800 a.) sia esattamente la metà dell’orbita di 3600 a. che i Sumeri attribuivano a Nibiru. Ricordiamo che (secondo le tesi di Z.Sitchin, esposte in "Genesis Rivisited", 1990) la traiettoria dell’orbita di Nibiru, in questo periodo, starebbe facendo ritorno verso il perigeo: questo potrebbe giustificare la strana coincidenza...?
Ma Brady giunse ad ulteriori conclusioni, in sintonia con le tradizioni sumeriche: il pianeta "X" sarebbe dotato, come Plutone, di un’orbita retrograda, con il piano fortemente inclinato rispetto all’eclittica.
All’inizio gli astronomi si interrogarono se il responsabile delle perturbazioni nell’orbita di Urano e Nettuno potesse essere Plutone, giacché la considerevole eccentricità della sua orbita gli consente di penetrare periodicamente all’interno dell’orbita di Nettuno (una situazione di questo tipo è iniziata nel ‘79 e si è conclusa nel ‘99). Questi dubbi svanirono nel giugno del 1978, allorché W.Christie (dell’Osservatorio Navale di Washington, un organismo della Marina Americana sotto il diretto controllo della NASA) scoprì che Plutone, oltre a possedere un satellite (Caronte), era molto più piccolo di quanto si pensasse (meno di 2/3 della Luna) e quindi dotato di una massa non in grado di esercitare rilevanti influenze gravitazionali.
L’elaborazione di tutti questi dati rafforzarono l’indicazione che un’unica " forza estranea " - il "pianeta dell’attraversamento" dei Sumeri - avesse inclinato Urano, spostato e inclinato Plutone ed impresso un’orbita retrograda anche a Tritone (un satellite di Nettuno).
Incuriositi da queste scoperte, due colleghi di W.Christie all’Osservatorio Navale (R.S.Harrington e T.C.Van Flaandern) condussero una lunga serie di simulazioni al computer, raggiungendo la conclusione che tutte quelle anomalie orbitali fossero state determinate da un "intruso", cioè da un pianeta (grande da due a cinque volte la Terra) con piano orbitale inclinato ed un semiasse di "meno di 100 UA".
Nel 1981 i dati raccolti durante le missioni del Pioneer 10, del Pioneer 11 e dei due Voyager dimostrarono l’esattezza di tali intuizioni: doveva esistere un corpo celeste, grande almeno il doppio della Terra, in orbita solare ad una distanza di almeno 2.4 miliardi di km oltre Plutone e con periodo orbitale di almeno 1000 anni. Il "Detroit News" del 16 gennaio 1981 pubblicò la notizia in prima pagina, insieme alla raffigurazione sumera del sistema solare, così come appare sul famoso sigillo cilindrico, conservato nel Museo di Berlino, col n.° VA/243.
A questo punto una svolta decisiva nelle ricerche fu impressa dal "Progetto IRAS" (Infrared Astronomical Satellite), vale a dire l’esplorazione agli infrarossi del sistema solare, mediante il lancio in orbita terrestre a 900 km di altezza di un telescopio (60 cm di apertura, 62 rivelatori infrarossi su quattro bande spettrali, fra 8,5 e 119 mm / l), sensibile al calore racchiuso nell’interno di corpi substellari.
Era il 25 gennaio 1983, quando dalla base di Vanderberg in California partì il vettore americano Delta 3910 con a bordo 500 kg di carico utile, frutto della cooperazione USA-Inghilterra-Olanda. Per ridurre al massimo l’emissione di irraggiamento parassita, proprio della strumentazione, tutto l’insieme venne posto in un criòstato contenente elio liquido superfluido a -271°C: era indispensabile, infatti, il raffreddamento del telescopio e dei rivelatori alla temperatura più bassa possibile.
Essendo l’He liquido molto volatile, è lentamente evaporato, determinando l’inattivazione dell’IRAS il 21 novembre 1983, protraendo la missione di oltre un mese e mezzo sulla data prevista. Nei circa dieci mesi di attività, il satellite eliosìncrono scattò ed inviò al centro di controllo 600.000 immagini, dalla cui elaborazione emerse l’individuazione di 250.000 sorgenti celesti di tipo infrarosso (il 99% delle quali in precedenza sconosciute), stelle e sistemi planetari in formazione (età < 1 milione di anni), cinque nuove comete, quattro nuovi asteroidi e un misterioso oggetto in movimento, simile ad una cometa.
Tutto questo, ora, rende giustizia a R.Reynolds (del Centro Ricerche Ames), che il 30 gennaio 1983 rilasciò una dichiarazione al "New York Times" del tipo: "Gli astronomi sono così sicuri del decimo pianeta che pensano rimanga soltanto da dargli un nome". Predizione, questa, fatta propria da Z.Sitchin nella lettera inviata il giorno appresso alla "Planetary Society", nella quale si suggeriva addirittura l’appellativo: lo stesso attribuito, a suo tempo, dai Sumeri (Nibiru) o dai Babilonesi (Marduk).
La qual cosa, ai giorni nostri, si è ripetuta da parte di J.Murray (della UK’s Open University), il quale, insieme con il collega J.Matese (University of Louisiana), ha dato l’annuncio nell’ottobre ’99 che "…una forza misteriosa, generata da un grande oggetto invisibile, rallenta il viaggio delle sonde terrestri in uscita dal sistema solare; la stessa che, probabilmente, è responsabile della deviazione delle orbite cometarie…".
Ma torniamo al 1983. Verso la fine di quell’anno, in assenza di comunicati ufficiali, un’indiscrezione riuscì a trapelare, nel corso di un’intervista concessa dai principali scienziati del progetto IRAS alla rubrica scientifica del "Washington Post". La notizia fu ripresa da diversi quotidiani statunitensi, che la titolarono: "Oggetto gigante confonde gli astronomi", "Corpo misterioso trovato nello spazio", "Ai limiti del sistema solare un misterioso oggetto gigante", "Un corpo celeste pone agli astronomi un enigma cosmico". Messo alle strette, G.Neugebauer, Direttore dell’IRAS, dichiarò: "Posso solo dire che non sappiamo di cosa si tratti". Successivamente anche la NASA uscì con un rapporto ufficiale: "Il corpo misterioso rilevato dall’IRAS disterebbe "solo" 80 miliardi di km dal Sole e potrebbe trovarsi in fase di avvicinamento alla Terra. E’ stato captato due volte dal telescopio ad infrarossi (a distanza di sei mesi) e i dati raccolti mostrano che in questo periodo, pur brevissimo per i tempi astronomici, si è spostato di poco nella sua traiettoria. Ciò evidenzia che non si tratta d’una cometa, poiché una cometa non può avere una dimensione di 5x la Terra ed, in ogni caso, si sarebbe spostata maggiormente. E’ possibile, quindi, che si tratti del decimo pianeta o pianeta "X", che gli astronomi hanno, finora, cercato invano"
tratto liberamente da www.nibiru2012.it
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